E LA MIA AVVENTURA OSPEDALIERA CONTINUA, DOPO POCHI GIORNI DI “PAUSA”.

Ciao. Mi sarebbe piaciuto scrivervi che sono tornato in paese, che ho ripreso la vita di sempre. Ma si è reso necessario un nuovo ricovero (Cagliari).

Vanno tolti dei liquidi dall’addome che ogni paio di mesi (eh, primo “paio di mesi'” iniziato a fine giugno, ed una nausea che non mi dà tregua.

comunque, io sono sereno , e mi sento assistito bene.

Ciao, vi saluto e vi ringrazio. Vi terrò aggiornati.

Marghiam

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DIMESSO LUNEDÌ DALL’OSPEDALE. CONVALESCENTE DA PARENTI

Ciao. Post breve, per farvi sapere che sono “a casa” e per sutarvi. A parte debolezza e febbre serale che freno con la Tachipirina, non sto poi tanto male, come stress di dieci giorni di prelievi, trasfusioni, esami di medicina internistica e….dieci giorni di digiuno. Mi ha provato un poco, ora mangio e riprendo le forze, pian piano. Seguiterò a raccontarvi nei commenti ,

Ciso

marghian

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IO SONO ANCORA QUA

Ciao. Conosciamo tutti la canzone di VASCO, Io sono ancora qua.

Anche io oggi…sono ancora qua in ospedale Non ho fretta, ciò che s’ha da fare….Che palle il cellulare, vi racconterò in commenti . Ciao

Marghian

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FINE SETTIMANA DI SOGGIORNO E PERNOTTAMENTO IN OMAGGIO ALL’ HOTEL S. MARTINO (hospital) DI ORISTANO

Ciao. Pensavo di venire dimesso mercoledì o giovedì, e sembra invece che debba rimanere, credo, sino a domani. Un omaggio.. scherzo 🙂

Accertamenti, esami ecografico parametri del sangue, somministrazioni di farmaci con le solite bombolette dette di fleboclisi (somministrazione di sostanze per endovena) per gli amici semplicemente flebo. Il mangiare? Beh, buono. Buono ma leggero. E’ un mangiare ospedaliero (un sardo si sente a disagio senza una rima 🙂 )

Nostradamus, se la sua fama di mago non avesse messo in secondo ordine la sua notorietà e prestigio di medico, sarebbe considerato il più grande medico del Rinascimento: “i salassi debilitano il malato, il paziente deve mangiare: miele, mele e altre sostanze nutritive e i digiuno devono essere imposti con criterio. Digiuno e cibo, nella giusta misura senza eccessi in ambo i sensi…”.

i nostri menù, sembrano ispirarsi al Conte Ugolino (è necessario, per carità ) , piuttosto che al Dottor Nostradamus. Per me un genio. Il Sole al centro, le Lune di Giove, i cicli di tutte le eclissi di luna e di sole, la teoria delle stelle intese come “altri solo con pianeti, prima di Galileo. Anzi Galileo non era arrivato a quest’ultima cosa, per lui le stelle erano “luminari fissi” e immutabili non composte da sostanze chimiche Ed era un grande medico, e poeta. Se le sue quartine non sono profezia, sono sicuramente poesia.

Le diete non sono un problema, se servono. Ma non troppo rigide. Necessarie, solo che mangiare leggero per molti giorni, risulta pesante 🙂

Comunque, ad onta di ogni mia piccola lamentela, un trattamento lodevole, una grande umanità, un servizio encomiabile, gentilissimi tutti, dal primario agli addetti alle pulizie.

Vi saluto e vi auguro un sereno weekend. E gli aggiornamenti non mancheranno.

ciao )

marghian

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CIAO. UN ALTRA AVVENTURA..OSPEDALIERA. GIA’..

Ciao. Dopo tempo vi saluto. L’immagine scelta non è proprio. “a tema”. In certi senso si, la voglia di altre situazioni, di vivere altre realtà..

Ecco, intendo questo: tutt’,altro che ospedali, problemi, cure e altre amenità di questo genere. ma vita, colori. Un bel mondo.

Ricorderete i dolori alla schiena. Quello e passato. Ma per “dare il cambio’, gli acciacchi sono turnisti , ad una (altra ) infezione gastrointestinale con annesse piastrine basse ed emoglobina che gareggia in bassezza.con le prime.

Fatta una gastroscopia (Oristano questa volta), venerdì sera e digiuno dal pranzo di tale giorno (pranzo così così …) fino a domani per completamento esame endoscopico .

Ricordate un certo Della Gherardesca? No, non Costantino. Il dantesco Ugolino, che aveva lo stesso cognome, condannato a non mangiare ne’ bere per giorni in una torre antica. Sto provando la fame, ma. se serve….

eh, aveva ragione Giorgio Faletti:”l’età, portatrice di acciacchi, è nemica della gioia”. Pazienza..

NUOVAMENTE BUON GIORNO E SERENA DOMENICA, CIAO

Marghian

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BUONA SERATA

COME PROMESSO IERI SERA, UNA DELLE VERSIONI ORIGINALI DELLA CANZONE COVER DI IERI, POEMS PRAYERS AND PROMISES DI JOHN DENVER. CHI AVESSE NECESSITA’ DI LEGGERE IL TESTO TRADOTTO, BASTA TORNARE INDIETRO DI UN POST. IO ALLA FINE HO CANTATO UNA STROFA DIVERSA, MA SEMPRE DA JOHN DENVER, NELLA VERSIONE CHE HO IN CASSETTA E DALLA QUALE, ASCOLTANDOLA IN MACCHINA, IMPARAI IL TESTO. MUSICALMENTE, LHO PROVATA IERI.

La schiena adesso si fa sentire poco, ma grazie anche alla compressa di kedodol presa verso le 15 prima di coricarmi. Dovevo manetenere la posizione supina. Anche questa sera, come questa mattina – il bugiardini sulla pomata parla di due volte al giorno -, mi salmo la pomata con l’attrezzo che ho modellato ieri per arrivarci, filo di ferro piegato ad hoc, tampone di carta tipo scottex per poter spalmare il prodotto nella zona interessata, dove le mani non arrivano. Raga’, mi sa che brevetto l’invenzione….eh si’, Leonardo 2 la vendetta…. 🙂

JOHN DENVER – POEMS PREYERS AND PROMISES

Mi piace molto la sua voce squillante, come lo è la chitarra. Era un maestro. Il testo poi, è bellissimo, come altri suoi testi. Era un poeta tout court.

CIAO

Marghian

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POEMS PRAYERS AND PROMISES – JOHN DENVER – COVER

Ciao. Poco fa ho rispolverato, dai brani del mio repertorio dilettantesco, questa canzone di John Denver. C’e qualche incertezza, qualche tentennamento per ricordare le parole, o nel cercare qualche passaggetto provato una sola volta – e’ questo il mio “vizio”- e l’audio del cellulare è quello che è.

POEMS PRAYERS AND PROMISES

Questa sera ho un po’ di mal di schiena, e reagisco cosi’, cantando una canzone. Mi sono spalmato della pomata acquistata questo pomeriggio. Mi sono pure dovuto inventare un sistema, per arrivare alla parte dolorante ((fra una spalla e l’altra, ben sotto il collo), non ci arrivavo in nessun odo in maniera normale. Mi sono tagliato un pezzo di ferro grosso opportunamente piegato, un tampone con carta tipo “scottex” e cotone ad una estremità, la pomata e via. l’essere da soli aguzza l’ingegno….grrrmmmhhh 😆 Ripetero’la cosa prima di andare a letto. Ho anche tachipirina e ketodol. Ok, vada a quel paese la schiena, torniamo alla canzone.

POESIE, PREGHIERE, E PROMESSE…

Di recente ho pensato spesso alla mia vita, a tutte  le cose che ho fatto e a  dove sono stato. E non riesco a credere nella mia mente, e so che sono sul punto di odiare vederne la fine. Ho veduto tanto sole ho dormito  fuori, nella pioggia..ho passato alcune notti da solo. Ho conosciuto il piacere che mi ha dato lei, mi sono creato degli amici…e passo una notte, o due, nella mia casa. E lo devo dire ora che è stata una vita bella, dopo tutto. E’ davvero bello avere l’opportunità di passare il tempo…cosi’, giacere accanto al fuoco a guardare la sera che “svanisce” mentre i miei amici e la  mia  signora, siedono e  si passano una ..pipa (uno spinello? Io lo penserei, è l’epoca dei Figli dei Fiori). E parlare di poesie  preghiere, e promesse e delle cose in cui crediamo, e di come dolce sia amare qualcuno, quanto è giusto prendersi cura. E di quanto tempo è da ieri, e che cosa  ne sarebbe stato del nostro domani…e che ne è dei sogni e dei ricordi che insieme condividiamo.

 I giorni sono trascorsi in fretta, e le notti assai raramente duravano a lungo. E il tempo intorno a me mi sussurra quando è freddo. I cambiamenti  in qualche modo mi spaventano, ed ancora devo sorridere. E mi  porta a pensare al fatto di diventare vecchio.

E nonostante la mia vita sia stata bella per me,  c’è ancora tanto da fare . Molte cose che la mia mente non  ha mai conosciuto. Mi piacerebbe  farmi una famiglia  (sarebbe piaciuto anche a me, kaiser, nota del traduttore 🙂 ), mi piacerebbe navigare via lontano, danzare fra le montagne, sulla Luna’. Devo dire ora che è stata una vita bella, dopo tutto, è davvero bello avere la possibilità di avere un appoggio: giacere accanto al fuoco a guardare la sera che “svanisce” mentre i miei amici e la  mia  cara, signora”, e guardano il  sole tramontare (in una versione che ho io in cassetta, in altre dice di nuovo “passarsi la pipa o che cosa….).

Parlando di poesie  preghiere, e promesse e delle cose in cui crediamo, e di come dolce sia amare qualcuno, quanto è giusto prendersi cura. E  di Come è stato lungo il tempo da ieri, e che cosa sarà del domani…e che ne è stato dei sogni e dei ricordi che insieme condividiamo”. 

L’ORIGINALE..- UNA DELLE VERSIONI ORIGINALI – A DOMANI

BUONA SERATA E SERENA NOTTE

CIAO

Marghian

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GIORNATE CASALI (NON CAMPALI, DA PENSIONATO NON MI INTERESSA L’ORTICELLO, LA CASA BASTA E AVANZA): TROVO IL TEMPO DI LASCIARVI UN SALUTO.

Ciao. Dopo alcuni giorni di assenza, ho trovato un miuto per postare una musica. E piu’ adatta ad un “buona giornata” che ad un “buona serata”, o “notte”, dato che è un brano veloce, già nel genere c’è la parola “veloce”, in grego, “takis”. E’ la danza di Zorba dall’opera Zorba il Greco di Mikis Theodorakis (pare sia tuttora in vita, negli anni ’60-’70 era piu’ famoso come dissidente politico che come musicista: in grecia governavano allora i Colonnelli, un regime con al potere tanti “mussolini” insieme insomma), ha ideato un genere che pur se di pochi decenni orsono (probabilmente ispirato anche ad antiche sonorità e musica della Grecia Antica, ossia come prodotto anche di uno studio filologico ) che è considerato, pur se recente, “la musica tradizionale greca” per eccellenza. IL genere è il “sirtaki”.

La Grecia mi manca, credo che appena sara’ possibile, ci andro’. In un prossimo post vi faccio sentire la mia versione, che ho imparato da una partitura semplificata. Ovviamente io non sono cosi’ “takis”, ma un po’ piu’ “bradeos”- lento – 🙂 . Ora non mi trovo il file, lo cercherò con calma. Vi lascio con l’originale.

Ho chiamato “campali” , scherzosamente “casali”, queste mie ultime giornate in quanto, oltre alle incombenze (che faccio volentieri, ma mi prendono tutto il tempo del giorno, fra poco vado a cucinare qualcosa), e questo perche’ una spondilosi (artrosi) diagnostictami circa 25 anni fa in queste ore si sta facendo sentire. Sto prendendo la notte una pastiglia di tachipirina (anche qui la parola greca del titolo del brano, penso che “tachipirina” derivi proprio da da “takis piròs”, “fuoco rapido”, che brucia in fretta la febbre, ma è anche calmante del dolore, è l’effetto che serve a me. Ne ho parlato oggi per telefono con il mio medico, che gentilmente mi ha mandato la ricetta via mail. Queta sera sembra che stia un po’ meglio. No, per questa resurrezione della artroso non penso a effetti collaterali del vaccino. Per il resto, per l’altro, tac il 23 giugno.

BUONA SERATA E SERENA NOTTE

Marghian

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ANCORA RINO GAETANO. STESSA CANZONE. AMATORIALE, QUESTA VOLTA UN OMAGGIO MIO

Che brutta anteprima, con la bocca aperta. Non è escluso un “taglio” ed una sostituzione.

HO FATTO IL VIDEO CON L’AUDIO DI UNA BASE CHE MI SONO PRE- REGISTRATO

TRAENDO UN BILANCIO DI QUESTA MEZZ’ORETTA DI “LAVORO”, MI HANNO UN PO’ TRADITO: LA POCA VOCE, ED IL TEMPO, PER IL QUALE AVREI DOVUTO METTERCI UNA RITMICA, MA SOPRATTUTTO SAREBBE STATO NECESSARIO USARE LE CUFFIE, CHE NON HO COL CAVETTO ABBASTANZA LUNGO PER SENTIRE DAL COMPUTER LA BASE. LA VOCE, OLTRE CHE “DI SUO”, CALA ANCHE PER L’ECCESSIVA ATTENZIONE AD ANDARE A TEMPO, “ATTENZIONE CHE MI AUMENTA L’INCERTEZZA ANCHE SUL TESTO. “SENTENDO POCO” OGNI TANTO GUARDAVO – E SI NOTA-LE TRACCE DEL PROGRAMMA DI CUI RICONOSCO I TRATTI SALIENTI. AL PRIMO “E TI AMO, MARIO”, SI NOTA UN RITARDO, E A TRATTI DURANTE L’ESECUZIONE MI VEDETE ASPETTARE, O “ACCELERARE”. ALLA TASTIERA SUONAVO PENSANDO MENTALMENTE AL RITMO DELLA CHITARRA.

Vedete che poto un cerotto. No, non mi sono tagliato, anche se noi maschietti, si sa, siamo drolli in casa. Mi sono visto il pollice gonfiarsi (boh), e oggi ho comprato una pomata: lavate ben bene le mani, poi acqua ossigenata sul dito, spalmata la pomata e poi il cerotto. Per lavare i piatti mi sto mettendo dei guanti, per non bagnare la medicazione.

A proposito di questa cosa, mi ricordo che da ragazzo sentivo dire che Elvis Presley avesse …le mani assicurate. Si, per la chitarra. Avrebbe stipulato una assicurazione milionaria, con massimali per noi inimmaginabili, risarcimenti enormi nel caso di un “problema” ad un dito, al polso. Ma siamo a ben altre realtà, quasi aliene. Un collega a Cagliari, nel 1990 mi vendette una chitarra per una “malattia del pollice”, tipo tendinite, che gli impediva di suonare; io gli dissi “fai come elvis, assicurati le mani e ti pagano…”.Eh, si’….”. Si accontento’ che io gli pagassi la chitarra. Chiaramente non è la chitarra che vedete, dati i decenni trascorsi.

CIAO, BUON WEEKEND

(altro blog)

Marghian, the voice (*less) 🙂

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RINO GAETANO, “MIO FRATELLO E’ FIGLIO UNICO”, E UN RICORDO DIVERTENTE DI MIO PADRE

Ciao. Ho pensato questa sera di postare la canzone di Rino Gaetano, che è a dire il vero anche quella che preferisco, pur se le canzoni di Rino Gaetano mi piacciono pressoché tutte. Trovo divertenti i suoi a volte voluti, a volte apparenti non sensi. Le metafore, gli ossimori, come in questo caso, i voli pindarici, le descrizioni uniche ed originali che Rino faceva, ad esempio, per descrivere il tempo di attesa a che “lei” si decidesse a farsi vedere da lui”, come quando dice “intanto (non sono parole testuali, poi le guardo) l’ America e la Cina si annettevano mezza europa, ed io…aspettavo te…”.

RINO GAETANO

MIO FRATELLO E’ FIGLIO UNICO

Una sera in tv, stavamo cenando, era ospite Rino Gaetano che cantava “Mio fratello è figlio unico”. Mio padre esclamo’: “mio fratello è figlio unico…..ma si esti su fradi!”- “ma se è il fratello!”. Eravamo io, lui e mia madre, mia sorella e il mio fratello piu’ grande avevano gia’ messo su famiglia, un altro, di due anni piu’ grande di me che ora sta ad Oristano, allora viveva a Cagliari da studente.

Gli spiegai che era un modo scelto dal cantante – anche per divertire-, per dire, nella canzone, che “questo fratello” era unico come persona, e lo chiamava cosi’, “figlio unico” per questo motivo. Capi’ al volo, ma “figlio unico”, ripeteva, continuava a sembrargli strano. Papa’ non andava molto a nozze con le metafore. Una canzone ‘anni 60 che dice “i tuoi occhi grandi come il mare…”, e mio padre. “eh, ogus mannus comente su mari! Mattonadas!”- “eh, occhi grandi come il mare, baggianate madornali”-, e continuo’: “mancai fessinti puru ogus mannus comente a su putzu de sa ‘ingia accanta a sa nosta iant a essi ogus mannus meda!”- “ma anche se fossero occhi grandi come il pozzo del proprietario della vigna confinante con la nostra, sarebbero molto grandi…”-. 🙂

Questa sua idiosincrasia verso il “fra le righe” ed il metaforico era dovuto al fatto che era , nonostante la poca scuola, aveva la terza elementare, troppo razionale, ci metteva la logica dappertutto. Un senso pratico che non vi dico: elettricista (“avevo imparato guardando da militare gli elettricisti che mi si comando’ di aiutare, guardandoli mentre facevano i collegamenti nel rifare l’impianto della caserma, alla fine mi fecero provare, rimasero contenti”, ci raccontava), vignaiolo, smontava e rimontava il motore della vespa e del motocarro pezzo a pezzo per le manutenzioni.

Gli fu riferito che il suo meccanico disse ai suoi ragazzi: “quando viene il signor Eusebio Vargiu, non fate nessun lavoro davanti a lui, perchè lo impara….”. Aggiustava tutti i ferri da stiro delle vicine di casa, poi si improvvisò anche intrecciatore di fondi di sedie, di quelle sedie e seggiolini alla antica, con i fondi di intreccio di vimini, giunco apposito spago od altro. Quando mancava la luce in una casa del vicinato, o comunque di chi lo conosceva, lui interveniva. Un mio cugino che studiava fisica fra le altre materie in Marina, insisteva con me che l’elettrone è una particella di carica positiva…”. “No, l’elettrone è negativo, il protone se mai, è positivo…” Non convinto, si rivolse a mio padre chiedendogli man forte: “vero zio, l’elettrone è positivo..”, e mio padre gli rispose : “ah, non ne so, quello che faccio e’ per pratica, ma grammatica (voleva dire teoria 🙂 ) non me ne cercate…”.

Era troppo razionale. “Mi parlate di questa arca di noe’..a parte che lo dice la parola stessa, noe’, non è vero, e poi come ci stavano dentro tutti quegli animali..vorrei proprio vedere questo noe’, la moglie e i figli dare delle pacche a un leone, “su’, su’, bello….”mi volete far credere anche questo?”. Questa è soltanto una delle sue chicche sulla religione. Ve ne racconterò altre, in post su ricordi di vita, e di famiglia.

Era forte. Gli dissi che non si trattava di grandezza fisica….-. Pero’ restava dell’idea che le canzoni delle volte dicano anche delle stupidaggini. Per lui “Il…Paroliere”, era Modugno.

BUONA SERATA, SERENA NOTTE CIAO

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Marghian

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